Investimenti 2017: i guai non sono finiti. Come mettere al sicuro il portafoglio

I grandi eventi politici del 2016, l’andamento del tasso di inflazione, il prezzo del petrolio e i nuovi equilibri internazionali con Trump presidente degli Usa, nei prossimi mesi potrebbero portare a fasi di volatilità. Come superarli? Come investire? Quali asset class preferire? Marco Palacino, Managing Director per l'Italia di BNY Mellon, la quinta istituzione finanziaria al mondo per masse in gestione, fa il punto della situazione: ecco cosa potrebbe accadere. Quali effetti di lungo periodo è bene tenere a mente. Quali settori potrebbero soffrire di più in futuro. E quali strumenti finanziari scegliere



I grandi eventi politici del 2016 hanno influenze dirette sull’andamento dell’economia internazionale e del nostro paese. L’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, la quasi del tutto inaspettata elezione dell’imprenditore Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti d’America e le elezioni in numerosi paesi europei, compresa la vittoria del “No” al referendum costituzionale in Italia di inizio mese che ha sancito la fine del Governo Renzi, hanno contribuito ad aumentare l’incertezza su tutti i mercati. A questi avvenimenti si aggiungono, poi, i delicati equilibri internazionali che potrebbero cambiare a seguito dell’elezione di Trump, soprattutto nei rapporti tra Usa, Russia e Cina. L’andamento del prezzo del petrolio e delle materie prime. Il tasso di inflazione e le politiche sui tassi di interesse della Banca Centrale Europea e del suo corrispettivo statunitense. Sono tutti fattori che lasciano intravedere, per i prossimi mesi, un aumento dell’instabilità e della volatilità.

Come orientare quindi gli investimenti? Su cosa sarà meglio puntare il prossimo anno per massimizzare i rendimenti? E a cosa sarà bene prestare attenzione per proteggersi dai rischi? Of-Osservatorio ha chiesto a Marco Palacino, Managing Director per l'Italia di BNY Mellon, una delle maggiori istituzioni finanziarie a livello globale e la quinta al mondo per masse in gestione, di fare il punto della situazione. Ecco cosa accadrà. E quali asset class potrebbero offrire le performance migliori.

GLI SCENARI

Of: La Brexit prima, l’elezione di Trump poi e ora il “No” del Referendum italiano. Che impatto hanno avuto queste situazioni sull’economia del nostro paese?
Palacino: La conseguenza più immediata è sul settore bancario. La ricapitalizzazione di MPS é apparsa più difficile, anche se in caso di fallimento sembra pronto ad aprirsi il paracadute statale. In ogni caso, gli sviluppi dei prossimi giorni avranno ripercussioni per tutte le società finanziarie, non solo in Italia ma anche in Europa. Inoltre, l’Italia post-referendaria è percepita come instabile dagli investitori internazionali, che temono una deriva anti-europeista.

Of: Cosa significa in concreto?
Palacino: Che molte aziende rimanderanno investimenti cruciali in attesa di avere un quadro più chiaro della situazione. L’aumento degli spread potrebbe danneggiare i conti pubblici, e anche la BCE ha le mani legate. Al momento, infatti, detiene il 26% del debito pubblico italiano e non può salire oltre il 33%. Nel peggiore dei casi si prospetterebbe pertanto un periodo di instabilità che potrebbe rallentare la crescita del nostro PIL.

Of: Però, questi tre avvenimenti non sembrano aver avuto un grosso impatto finora su borse e mercati...
Palacino: E’ vero. Ma bisogna distinguere tra due prospettive: una di breve e una di lungo periodo.

Of: Partiamo dal breve periodo…
Palacino: L’effetto più immediato dei grandi eventi politici è la volatilità: è sempre più difficile prevedere le reazioni dei mercati nell’immediato. Tutti, per esempio, si aspettavano che l’Europa avrebbe da subito sofferto per la Brexit, invece così non è stato, l’Eurozona ha dimostrato di saper reggere il colpo egregiamente.

Of: Poi c’è stata l’elezione di Trump.
Palacino: E anche in questo caso ci si aspettava che sarebbe stata interpretata negativamente dai mercati finanziari. Invece, il risultato immediato è stato opposto, con un’ondata di ottimismo negli USA dovuta al fatto che gli investitori hanno deciso di “credere” nelle riforme promesse dal neo-Presidente e soprattutto nei loro effetti positivi.

Of: Anche il referendum in Italia sembra non aver avuto impatto sui mercati…
Palacino: Probabilmente il “No” era stato ampiamente messo in conto dai mercati. Ecco perché le Borse europee non sono crollate, e i volumi di scambi non hanno visto un picco nella mattinata dell’esito come invece era accaduto per Brexit e Trump. Forse stiamo diventando “immuni” agli shock politici. O forse la rete di sicurezza dei programmi di QE e degli stimoli monetari in Europa, e le prospettive di stimoli fiscali negli USA, aiutano gli investitori ad attutire.

Of: Lei però ha detto che nel lungo periodo potrebbero esserci degli effetti negativi…
Palacino: Infatti. Il fatto che la reazione immediata sia stata positiva (o meno negativa del previsto) non significa che tutti questi eventi non avranno conseguenze nel medio e lungo termine. In Europa, la probabilità di una “hard Brexit” è tutt’altro che scongiurata. In Italia, invece, se il referendum aprisse le porte a prospettive anti-europeiste, l’intero progetto Europeo potrebbe essere messo in discussione. Quanto agli USA, bisogna attendere per valutare se e come Trump metterà in atto le promesse elettorali.

Of: Cosa potrebbe accadere quindi?
Palacino: Complessivamente ci aspettiamo il perdurare di uno scenario di incertezza economica e politica, in cui alcuni settori potrebbero soffrire più di altri.

Of: Per esempio quali settori potrebbero soffrire di più in futuro?
Palacino: Credo il bancario europeo, coinvolto dalle vicende italiane e dalle incertezze sullo stato di salute di alcuni istituti.

Of: Cosa accadrà, invece, nei prossimi mesi al tasso di inflazione?
Palacino: Le aspettative sull’inflazione potrebbero aumentare grazie soprattutto alla stabilizzazione e al rialzo del prezzo del petrolio. Nel lungo periodo, tuttavia, l’eccesso di capacità produttiva favorito dalle politiche monetarie accomodanti (che tengono artificialmente in vita aziende altrimenti destinate a fallire) sembra indicare prospettive deflattive più che inflattive.

DOVE INVESTIRE

Of: Tutta questa situazione, in che modo influirà sugli investimenti?
Palacino: Oggi il sentiment prevalente sembra essere di ottimismo circa una ripresa della crescita nei mercati sviluppati, contrapposto ai timori per il mondo emergente e i futuri rapporti commerciali con gli USA. Personalmente, ritengo che gli Stati Uniti abbiano più da perdere che non la Cina da un’eventuale guerra delle tariffe. Al momento molti investitori sembrano aver deciso di credere che le riforme di Trump avranno successo nello stimolare la crescita economica USA, pertanto i flussi si sono concentrati verso aziende esposte positivamente al ciclo USA.

Of: Quindi l’azionario americano potrebbe essere una buona scelta?
Palacino: Anche in questo caso, sul lungo periodo, dipenderà da vari fattori. Se si guarda ai dati sull’occupazione e alla durata della fase attuale di crescita degli indici, gli Stati Uniti potrebbero sembrare più vicini al termine di un ciclo economico espansivo che non all’inizio di una fase di accelerazione. Tuttavia riteniamo ci siano buone prospettive di investimento, a patto di selezionare con accortezza i titoli.

Of: Quali strumenti di investimento è bene considerare dunque per il prossimo anno, in modo da scongiurare la volatilità di un contesto politico ed economico che sembra essere così instabile?
Palacino: Secondo noi, in uno scenario come questo in cui le divergenze tra politiche monetarie e crescita economica delle varie regioni globali sono destinate ad aumentare, è bene pensare a una selezione attiva dei titoli sulla base dei dati fondamentali. Nel nuovo contesto saranno quindi favoriti gli approcci azionari e obbligazionari globali, in grado di cogliere le migliori opportunità di rendimento al di là dei tradizionali limiti domestici tipici degli investitori locali.

Of: Lei dice di puntare anche sugli obbligazionari. Vuol dire che ci sarà ancora speranza di guadagnare con il più sicuro e poco redditizio reddito fisso?
Palacino: Sicuramente un investitore tradizionale, oggi, può far fatica a investire sul reddito fisso senza esporsi al rischio di tassi e di inflazione. Pensiamo però che ci siano ancora buone opportunità e che sia un escludere l’intero universo del reddito fisso dalle scelte d’investimento.

Of: Quali obbligazioni scegliere?
Palacino: Il primo fattore per avere successo è essere selettivi a livello di Paese, settore, regione e singola emissione. Il secondo fattore è diversificare: non è più il tempo dei portafogli esposti solo sui propri titoli di Stato. Guardiamo piuttosto al credito globale, o al credito societario emergente.

IL PORTAFOGLIO

Of: Proviamo a costruire il portafoglio ideale per il prossimo anno…
Palacino: Sicuramente dovrebbe includere una parte selezionata di titoli solidi, in grado cioè di distribuire dividendi stabili, magari comprati a sconto approfittando delle varie fasi di volatilità che ci attendono. Ma è meglio diversificare rispetto all’Europa e agli USA cercando nuove opportunità nel credito globale e in asset class promettenti come i corporate bond dei paesi emergenti.

Of: Gli investitori però credono che i titoli dei paesi emergenti siano associati a un rischio eccessivo…
Palacino: E’ vero, ma in realtà, se si guardano i dati, si tratta di un universo di titoli molto ampio, in cui il segmento di qualità più alta (quelli cioè investment grade) offre comunque rendimenti migliori rispetto a titoli di qualità paragonabile emessi da società dei mercati sviluppati.

Of: Poi, cos’altro includere?
Palacino: Sicuramente una parte importante del portafoglio, pari anche al 20%, può essere dedicata a strategie alternative. Come per esempio le strategie absolute return e liquid alternative. Noi per esempio offriamo fondi long/short a ritorno assoluto: si tratta di approcci che possono assumere posizioni al rialzo e al ribasso su titoli, indici e panieri di titoli, così da generare rendimenti positivi in ogni fase di mercato e con una bassa correlazione rispetto alle asset class tradizionali.

Of: Infine?
Palacino: In un’ottica difensiva pensiamo che abbia tuttora senso inserire in portafoglio una quota contenuta di titoli indicizzati all’inflazione (come copertura di breve periodo) e di beni reali come l’oro (come protezione di medio-lungo termine contro le distorsioni create dalle politiche monetarie e contro l’indebolimento delle valute), facendo attenzione alle valutazioni al momento di acquisto.

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