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Long life 3/Nel 2050, in pensione a 74 anni OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

Quali sono i rischi economici connessi all’allungamento della vita? Se lo chiedono gli esperti economici che giungono, all’unisono, a una conclusione che appare come la più risolutiva: indicizzare l’età pensionabile, ovvero ritirarsi dal lavoro quando le aspettative di vita residua ammontano a circa 20 anni. Non senza sottovalutare tematiche fondamentali: efficaci strumenti di investimento nel lungo periodo, valorizzazione del lavoratore anziano, riforme per l’occupazione giovanile, qualità della vita. Of indaga il fenomeno con Carlo Ambrogio Favero, Docente e Direttore del Dipartimento di Finanza presso l’Università Bocconi di Milano

Long life 3/Nel 2050, in pensione a 74 anni

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Le prospettive di vita aumentano, non senza risvolti in campo economico.
In un futuro a lungo termine probabilmente abitato in larga parte da over 85 e centenari, dove un abitante italiano su due avrà più di 60 anni (dati Istat, riferiti al 2065), come resisterà il sistema pensionistico? Si assisterà al suo collasso? Su questi e altri quesiti si stanno interrogando gli economisti, tra cui Carlo Ambrogio Favero, Direttore del Dipartimento di Finanza e docente di vari insegnamenti (tra cui Time Series Analysis, Financial Econometrics and Empirical Finance e Financial Markets and Institutions), presso l’Università Bocconi di Milano.

Favero ha inoltre recentemente partecipato, alla conferenza mondiale Future of Science, qui tutte le info sull’evento organizzato da Fondazione Umberto Veronesi, Fondazione Silvio Tronchetti Provera e Fondazione Giorgio Cini, dedicata, lo scorso settembre, proprio a questo tema, con il titolo “Secrets of Longevity”.

Guarda un breve video sulla sua partecipazione a Future of Science



Of: La vita si sta allungando. A suo parere quali saranno le conseguenze?
Favero: Tradizionalmente l’interesse degli economisti per la demografia si concentrava sul tasso di crescita della popolazione, presa in aggregato. Ora lo studio si è spostato sulla dinamica della struttura per età della popolazione nei modelli economici e nel disegno delle politiche economiche.

Of: Esiste quindi un collegamento tra economia e demografia…
Favero: L’importanza pervasiva della longevità va oltre al disegno dei sistemi pensionistici, e coinvolge i mercati finanziari.

Of: Ci faccia degli esempi…
Favero: Pensi alle relazioni tra flussi di risparmio e prezzi delle attività finanziarie. Ai flussi internazionali di capitali, attraverso la relazione tra l’accesso del risparmio rispetto all’investimento di ogni Paese e alla sua bilancia dei pagamenti.

---- Of: Cioè?
Favero: I prezzi delle attività finanziarie sono determinati dalla struttura per età della popolazione perché il risparmio avviene nell’età intermedia della vita, quindi un Paese con la maggior parte della popolazione in età lavorativa, avrà flussi di risparmio più elevati, quindi più alta domanda di attività finanziarie (e quindi prezzi azionari ed obbligazionari più elevati), e un saldo attivo di bilancia dei pagamenti, poiché non occorre far affluire i risparmi degli altri Paesi per finanziare gli investimenti.

Of: Però la conseguenza che sembra preoccupare maggiormente gli economisti, è lo squilibrio che si riscontrerebbe nel sistema pensionistico: quali sono le previsioni e quali le proposte per risolvere il problema?
Favero: Per comprendere le scelte di risparmio degli agenti economici è sufficiente dividere la vita in tre periodi: la fase pre-lavorativa, la fase lavorativa e la fase pensionistica. Dato che gli individui possono risparmiare solo nella fase lavorativa, un aumento delle aspettative di vita, in assenza di una dinamica di natalità o di flussi migratori compensatori, comporta un invecchiamento della popolazione ed una diversa dinamica di consumi e risparmi.

Of: Con quali conseguenze nello specifico…?
Favero: Una popolazione che invecchia produce minori flussi di risparmio e richiede maggiori esborsi da parte del sistema pensionistico. I sistemi pensionistici moderni, basati sul metodo a contribuzione, raccolgono fondi durante la vita lavorativa degli individui per creare un capitale sufficiente a garantire una pensione per un periodo di tempo pari alla durata attesa della vita. Se la durata effettiva della vita risulta superiore a quella attesa dal sistema pensionistico, si concretizza il rischio che il sistema rimanga senza fondi e gli individui non possano sostenere i loro consumi in età avanzata.

Of: Come tutelare allora il sistema dal rischio che gli individui vivano troppo a lungo rispetto ai risparmi accumulati nella fase lavorativa della loro vita?
Favero: La soluzione al problema è l’indicizzazione del sistema pensionistico. L’idea è quella di non fissare un’età fissa della pensione, ma di ancorare la pensione alle aspettative di vita all’età pensionabile: non si va in pensione a 65 anni ma piuttosto quando l’aspettativa di vita residua è di 20 anni.

Of: Il che significa…?
Favero: Che nel 2050 probabilmente il pensionamento avverrà intorno i 74 anni di età.

Of: E quindi se l’aspettativa di vita sarà di 120 anni, si lavorerà fino ai 100….
Favero: Esattamente.

Of: Ed ad oggi l’indicizzazione del sistema pensionistico è stata l’unica misura risolutiva presa in esame dagli economisti?
Favero: Si, ma per una ragione concreta: è l’unica che appare come risolutiva al problema.

Of: Parliamo però della qualità di vita…
Favero: La questione di qualità del lavoro è fondamentale. Innanzitutto è necessario fare una distinzione di genere, quindi uomo e donna, ma anche tra professione e redditi. Ci sono professioni più logoranti per cui l’allungamento dell’età pensionabile risulterebbe maggiormente faticoso rispetto a professioni più “leggere”. Queste problematiche “discriminatorie” sono aspetti che la Riforma Fornero non contiene, ma andrebbero approfonditi e presi in considerazione. Lavorare per più anni ma tenendo a mente le qualità di vita e lavoro degli individui.

Of: Quindi come si supera il problema? Il demografo James Vaupel propone ad esempio di lavorare per più anni ma per meno ore al giorno…
Favero: Certo, è una proposta realizzabile, ad esempio proponendo part-time ai lavoratori più anziani, impiegati comunque con efficienza in specifiche mansioni. Bisogna infatti tenere a mente che comunque la produttività non cala con l’avanzare dell’età. Ridurre le ore, ma valorizzando la professione e le caratteristiche specifiche del lavoratore. Ma voglio essere chiaro.

---- Of: Prego…
Favero: L’evidenza empirica dimostra che lavoratori più esperti, e quindi più anziani, commettono più errori di quelli giovani, ma questi errori sono meno gravi.

Of: E chi pensa che gli anziani rubino lavoro ai giovani?
Favero: Commette un grosso sbaglio. Non è corretto pensare che i lavoratori anziani rubino lavoro alle fasce più giovani. Non esistono numeri fissi o chiusi nel mondo del lavoro. Il problema andrebbe affrontato con una serie di riforme del lavoro che creino nuovi posti di lavoro ad hoc per i giovani.

Of: Però si sente dire: più si allunga l’età pensionabile e minori posti si liberano per i giovani…
Favero: Il fatto che l’età di pensionamento sia elevata non spiazza necessariamente gli individui giovani. Il tasso di disoccupazione muta nel tempo e riflette l’efficienza del mercato del lavoro e dell’economia.

Of: Quindi?
Favero: La ricetta è aumentare l’efficienza e la flessibilità dl sistema per creare posti di lavoro e per far sì che il prolungamento dell’età lavorativa degli anziani sia irrilevante per determinare il tasso di disoccupazione giovanile. Inoltre ripeto, è importate tener conto dell’efficienza dei lavoratori in età anziana che rimane pressoché inalterata per certi tipi di attività.

Of: Oltre che in campo lavorativo e pensionistico, dove si riscontrano gli altri rischi economici dovuti alla longevità?
Favero: È difficile dirlo con esattezza. Un rischio risulta essere maggiormente pericoloso e pervasivo quante più persone coinvolge. La longevità è un trend generale e diffuso, in cui non si verificano variazioni compensatorie, comportando un rischio non diversificabile. Il rischio diventa quindi sistemico e coinvolge tutti gli aspetti di spesa che debbono sostenere gli individui in età avanzata.

Of: Cioè?
Favero: Per capire le faccio un esempio concreto: se fallisce una banca piccola, è logico che i rischi e i danni saranno minori, rispetto al fallimento di un istituto molto più grande e influente che comporterà rischi più gravi e pericolosi. Ecco. La longevità, essendo un fenomeno che sta interessando l’intera popolazione mondiale, porterà a conseguenze non diversificabili e risulta per cui complicato, ad oggi, affermarne le ulteriori implicazioni a livello economico.

Of: Un bel lavoro per gli economisti di oggi e di domani…
Favero: L’interesse degli economisti ad oggi si sta muovendo in tre direzioni. La prima nasce dall’idea di mettere in relazione l’età degli individui, quindi la struttura per età di un Paese, con la bilancia dei pagamenti, poiché studi dimostrano che esistono interessanti collegamenti.

Of: Cioè la longevità migliora o peggiora la situazione economica?
Favero: La longevità comporta dei rischi e delle opportunità, quale dei due aspetti prevarrà, dipende dal disegno istituzionale.

Of: La seconda direzione?
Favero: La seconda riguarda la possibilità di disegnare strumenti finanziari che offrano l’opportunità di diversificare il rischio di longevità: i così detti Bond Longevità. La cedola che si riceve dipende da quanti abitanti sono in vita in quel preciso momento.

Of: E la terza?
Favero: Infine, per quanto riguarda l’ultima via, si proseguirà senz’altro sullo studio del sistema pensionistico e sulla sua indicizzazione.

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